Presentazione sul Brasile

mercoledì 19 ottobre 2011

Cesare Battisti - annullato il visto permanente...

BRASILIA - La procura della repubblica di Brasilia ha chiesto oggi l'annullamento della concessione del visto di permanenza in Brasile di Cesare Battisti. Il procuratore Helio Heringer ha presentato un'azione civile pubblica all'organo del Ministero della Giustizia brasiliano che ha concesso in agosto il visto permanente a Battisti. E ha chiesto la sua immediata espulsione in un paese, come il Messico o la Francia da cui proveniva, o verso un altro paese che accetti di riceverlo.

Secondo il procuratore, concedere il visto a Battisti va contro lo statuto brasiliano dello straniero che vieta la concessione del visto a uno straniero condannato o processato in un altro paese per crimine doloso, passabile di estradizione per la legge del Brasile. Ma per Heringer la misura non avrebbe carattere punitivo e non deve essere confusa con l'estradizione in Italia. Il procuratore ha giustificato la sua azione col fatto che, a suo parere, i delitti commessi da Battisti sarebbero di natura comune e non politica.

2 commenti:

  1. RIO DE JANEIRO - La procura di Brasilia ha chiesto l'annullamento del visto permanente concesso a Battisti e la sua immediata espulsione in Francia, Messico, o in qualunque altro paese «accetti di riceverlo». Ma dal Supremo tribunale federale, che lo ha scarcerato nel giugno scorso, è arrivata, immediata, una reazione stizzita: «Battisti è in Brasile per una decisione sovrana - ha detto il giudice Marco Aurelio Mello - non credo possa essere sottoposto ad una nuova via cricis». Si apre così un altro capitolo nella lunga vicenda giudiziaria dell'ex terrorista dei Pac, libero da quattro mesi. Questa volta l'iniziativa è stata del procuratore Helio Heringer, non un procuratore generale, ma del dipartimento federale di Brasilia, che ha presentato un ricorso civile al XX tribunale federale, contro la decisione dei ministeri della giustizia e del lavoro che hanno concesso il visto a Battisti poco dopo la sua liberazione. Ma ha subito precisato che si tratta di una questione che nulla ha a che vedere con la richiesta di estradizione italiana. Secondo Heringer il ministero avrebbe violato lo statuto brasiliano dello straniero, che vieta di concedere visti a cittadini non brasiliani che siano stati condannati o processati in un altro paese per crimine doloso, passabile di estradizione per la legge del Brasile. Nessuna intenzione «punitiva» nei confronti dell'ex terrorista dei Pac, assicura però il Procuratore. Si tratta piuttosto di una questione tecnica che non va confusa con la lunga vicenda giudiziaria legata all'estradizione in Italia. E infatti non c'è l'Italia tra i paesi da lui indicati per l'espulsione dell'ex terrorista. Heringer anzi giustifica la sua iniziativa spiegando che i delitti commessi da Battisti sarebbero di natura comune e non politica. La lunga vicenda giudiziaria di Battisti in Brasile è iniziata il 18 marzo 2007 con il suo arresto sulle spiagge di Copacabana. E si è conclusa, dopo il parere negativo di Lula all'estradizione, con la decisione del Supremo tribunale federale del giugno scorso, di scarcerare l'ex terrorista dei Pac, creando sgomento e rabbia in Italia. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano definì la sentenza un atto che «assume un significato gravemente lesivo» del rispetto dovuto sia agli accordi tra Italia e Brasile sia «alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia». E Battisti? L'ex terrorista dei Pac, per il momento, sta scrivendo un libro a San Paolo

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  2. l visto per gli italiani che si trovano in Brasile per viaggi di turismo o di affari forse tornerà ad essere di 180 giorni. Brasilia ha infatti accolto i rilievi mossi dall'Italia in agosto, circa un mese dopo l'applicazione della misura restrittiva unilaterale che prevedeva un visto di 90 giorni. A luglio, di punto in bianco, i brasiliani avevano applicato alla lettera un vecchio accordo bilaterale del 1960 che limitava a 90 giorni il permesso massimo annuale. Ora la marcia indietro che consente agli italiani lo stesso trattamento degli altri abitanti dell'Unione Europea, ossia avranno una permanenza per tre mesi, prorogabile per altri tre mesi all'anno.
    L'opinione di alcuni organi di stampa italiani è stata che questa stretta brasiliana poteva essere vista come una ritorsione per il caso Cesare Battisti. Ma fonti diplomatiche a Brasilia hanno sempre escluso l'esistenza di questo nesso precisando che la decisione era dovuta esclusivamente a un generale processo di aggiornamento della normativa di riferimento.

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